Antonia Arslan, laureata in Archeologia, è stata docente di Letteratura Italiana Moderna e Contemporanea presso l’Università di Padova. I suoi studi si incentrano sulla narrativa popolare italiana e la scrittura femminile. Nel 2004 Antonia Arslan ha dato alle stampe il suo primo romanzo, La masseria delle allodole, ottenendo in breve tempo un vasto consenso presso lettori e critici. L’opera fa parte del percorso dell’autrice verso la riscoperta delle sue origini armene, un percorso iniziato negli anni Novanta con la traduzione delle raccolte del poeta armeno Daniel Varujan, Il canto del pane e Mari di grano ed altre poesie armene.
Ne La masseria delle allodole, libro premiato con moltissimi riconoscimenti e da cui è stato tratto il film omonimo dei fratelli Taviani, la Arslan ha dato voce alle memorie familiari facendo luce sulla storia di un popolo vittima del primo genocidio del XX secolo, sopravvissuto grazie al coraggio delle sue donne straordinarie.
A La masseria delle allodole è seguito nel 2009 il romanzo La strada di Smirne nel quale l’autrice, dopo aver denunciato il genocidio armeno ad opera dell’Impero Ottomano, narra l’impossibile vita dei sopravvissuti e la semi sconosciuta distruzione di Smirne, la bella infedele.
Nel 2010 Antonia Arslan è tornata in tutte le librerie con un libro che parla della sua esperienza del coma Ishtar 2. Cronache da un risveglio. Si tratta di toccanti pagine nelle quali ha voluto far conoscere la dimensione parallela in cui «si vive sospesi, come un bambino nelle mani degli altri». Riflessioni profonde sull’esperienza del coma e sul lento ritorno alla vita narrate in modo intimo e profondo